Giuseppe Prà, il pensionato che porta le staminali in giro per il mondo

Da: CORRIERE.it

di Elvira Serra

Da segretario comunale a volontario, a 69 anni, da Isola della Scala, nel Veronese. «Corro su aerei, treni e taxi per salvare vite». Il primo viaggio a Barcellona

In questi tre anni ha saltato una Pasqua, un Ferragosto e qualche compleanno di moglie e figli. Ma la giustificazione era sempre inattaccabile: «Stavo salvando una vita umana!». Il rovescio della medaglia è che ogni tanto sogna di trovare il portellone dell’aereo chiuso: «Per fortuna non è mai successo». Di sicuro, quando decise di dedicarsi a qualcosa che lo facesse viaggiare e gli facesse praticare l’inglese, sua antica passione, Giuseppe Prà, 69 anni di Isola della Scala, nel Veronese, non aveva messo in conto che avrebbe avuto ben poco tempo per fare il turista, pur spostandosi da un capo all’altro dell’Europa, con incursioni negli Stati Uniti e in Israele: «Soprattutto non avevo calcolato lo stress». Perché quello che trasporta nella valigetta da cui non si separa mai non sono depliant o campioncini omaggio, ma cellule staminali e midolli ossei destinati a salvare gli altri.

«Desideravo reinventarmi»

 «Ero in pensione da poco, dopo una vita da segretario generale in diversi Comuni, l’ultimo a San Giovanni Lupatoto, sempre in mezzo alle le scartoffie. Desideravo viaggiare, magari reinventandomi come guida turistica», racconta per telefono prima di una «missione» a Varsavia, la sua 31esima, per prendere in consegna un midollo osseo da trasferire a Valencia. «E invece una sera mia figlia mi parla del padre di una sua amica che faceva il volontario con il Nopc di Firenze, il Nucleo operativo di protezione civile, che si occupa di trasportare cellule staminali, plasma, materiali biologici, farmaci salvavita». Così Giuseppe Prà diventa uno dei 70 volontari che ruotano intorno all’associazione fondata da Massimo Pieraccini nel 1993: perlopiù pensionati, metà in Toscana, l’altra metà del Nord Italia, un paio in Argentina, Usa, Francia e Scozia.

La geografia delle missioni

Il 90 per cento delle missioni, circa 400 l’anno (prima del Covid erano più di 500), all’estero. Per dire: una volta sono stati chiamati per il trasferimento di un midollo osseo da una ragazza cinese a un adolescente argentino. «Il primo viaggio fu a Barcellona, avevo ritirato le cellule staminali a Monza», va avanti Prà. «Il volo da Malpensa venne cancellato e riuscii a partire solo all’una di notte, con il cuore in gola. Per fortuna trovai un taxi che mi portò a destinazione in tempo». Perché il tempo è preziosissimo: il materiale biologico deve essere riutilizzato entro 48 ore dalla presa in consegna e la temperatura nella valigetta deve restare tra i 4 e gli 8 gradi. E il ghiaccio non sempre basta. «Da quando prendo in consegna le sacche non dormo più: ho passato anche un giorno intero senza dormire. Punto la sveglia ogni ora per controllare la temperatura: se sale, tolgo un panno termico, se si abbassa ne aggiungo uno».

Gli inconvenienti

Giuseppe viaggia leggero. «Io mi porto lo zainetto con un cambio, i documenti e un paio di libri». Gli inconvenienti sono dietro l’angolo. «Ritardi di treni, aerei, metropolitana sbagliata. I controlli, poi, sono un momento di grande ansia perché la valigetta non può passare ai raggi X, e magari gli agenti hanno appena ricevuto una segnalazione per rischio attentati. Ricordo una perquisizione corporale micidiale in Israele: mi hanno denudato, fatto aprire la valigetta con il rilevatore di esplosivi, e finalmente lasciato andare. Un’altra volta nei Caraibi la temperatura cominciò a salire troppo e mi salvò una hostess a bordo che mi diede del ghiaccio; lo stesso fece un barista all’aeroporto di Parigi. Quando torno a casa resto in coma per un paio di giorni». Certi momenti, però, ripagano lo sfinimento. «È quando i medici mi portano a vedere i malati che aspettano. A Salamanca mi trovai davanti un ventenne che poteva essere mio figlio. È stata, davvero, una emozione fortissima».

 

28 settembre 2021 (modifica il 28 settembre 2021 | 17:31)

articolo consultabile qui: https://www.corriere.it/cronache/21_settembre_28/giuseppe-pra-pensionato-che-porta-staminali-giro-il-mondo-292ff920-1e36-11ec-986c-623ce988a833.shtml